venerdì 30 dicembre 2011

Vedete, tutto è bene

Sono in piedi sul bordo della spiaggia, un veliero passa nella brezza del mattino, e parte verso l’Oceano.
È un oggetto di bellezza, e io lo guardo finchè scompare all’orizzonte.
Qualcuno, al mio fianco, dice: “è partito”. Partito? Per dove? Partito dal mio sguardo, tutto qui. Il suo albero è sempre altrettanto alto; lo scafo ha sempre la forza di portare il suo carico umano fino alla destinazione finale.
La scomparsa totale dalla mia vista è in me, non in lui.
E proprio nel momento in cui qualcuno accanto a me dice: “è partito” altri lo guardano spuntare all’orizzonte, e venire verso di loro, e con una sola voce esclamano con gioia: “eccolo!”
Questo è la morte.
La morte non è nulla.
Sono soltanto passato nella stanza accanto.
Io sono io, voi siete voi. Ciò che eravamo gli uni per gli altri, lo siamo sempre. Datemi il nome che mi avete sempre dato. Parlatemi come l’avete sempre fatto. Non usate un tono diverso, non prendete un’aria solenne e triste. Continuate a ridere di ciò che ci faceva ridere insieme. Pregate. Sorridete. Pensate a me. Pregate per me. Il mio nome sia pronunciato come sempre, senza alcuna enfasi, senza traccia d’ombra.
La vita significa quel che ha sempre significato. È quella che è stata sempre. Il filo non è tagliato.
Perché dovrei essere fuori dal vostro pensiero, semplicemente perché sono fuori dalla vostra vista?
Io vi aspetto, non sono lontano, solo dall’altro lato della strada.
Vedete, tutto è bene.